mercoledì 8 febbraio 2012

zibaldone

colonna sonora: inverno 

Ho un libro che mi prestò la mia amica R. e che parla "degli inglesi": un capitolo divertente è quello sul "weather speech", il parlare del tempo che tanto appassiona i britannici, i quali apparentemente cadono in preda al più profondo imbarazzo quando il discorso si sposta da "che bella giornata" a "come stai?" (del resto la privacy l'hanno inventata loro).

In questi giorni anche qua il tema del tempo (leggi: della neve) è un argomento irrinunciabile di ogni conversazione, fino a diventare quasi intollerabile. 
Dico quasi, perché ho accumulato un po' di materiale che non so come archiviare, pertanto lo espongo qui di seguito:


il mio autoritratto mentre vado a fare un rilievo in una mattina di neve 





No, io son nato per l’inverno (11 Agosto 1927)

No, io son nato per l’inverno,
per il grigio e il freddo che mi serra d’intorno
per starmene raccolto a stringere sul cuore la mia fiamma
povera fiamma vacillante.
La bella natura
Che si scalda e vive decisa
Al sole, ai colori più sani,
datrice agli eletti di pensieri ed opere forti,
inesorabile come la vita,
universale piena,
a me (piangete o miei poveri sogni)
dà smarrimento e stanchezza,
a me spegne ogni fiamma, fonte più pura.

C. Pavese





foto: M. Epifani

foto: M. Epifani

foto: M. Epifani


e per chi non è ancora saturo una bella bella pubblicazione monografica sul tema, a cura di museotorino.

Da adesso possiamo parlare d'altro. 




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